Quando si viaggia in Vietnam è impossibile non far caso alla forma delle abitazioni dei centri urbani. Le case-tubo sono così alte (e soprattutto così strette!) da sembrare di un altro mondo rispetto alle tradizionali case interamente di legno che tanto ci sembrano familiari quando pensiamo all’architettura asiatica.

Qual è l’origine delle case-tubo vietnamite

In vietnamita si chiamano “nha ngo”, che letteralmente significa “casa-tubo”. Vengono chiamate anche case “a razzo” oppure “a matita”. Il termine “nha ngo” si riferiva originariamente allo stile adottato durante la dinastia Le nei maggiori centri urbani del regno. L’idea era di concentrare il maggior numero possibile di negozi in strada. Per questo motivo, i commercianti finivano col vivere nel retrobottega o su un piano costruito al di sopra del negozio. Queste abitazioni strette, su due livelli e con un’apertura centrale a mo’ di corte sono ancora molto ben visibili a Hoi An – oppure ben nascoste nel Quartiere Vecchio di Hanoi. Si differenziano dunque delle più tradizionali case di campagna con uno o più moduli inseriti all’interno di un cortile. Nel corso del tempo, la caratteristica forma affusolata delle nha ngo è andata estremizzandosi.

case-tubo a Hanoi

Perché le case vietnamite sono così strette

Fatta la legge

I vietnamiti spiegano questa architettura come un espediente di natura fiscale. Si riferiscono ad una legge in vigore nel diciannovesimo secolo secondo la quale l’ammontare delle tasse da pagare era calcolato in base alla larghezza della facciata delle abitazioni. Da qui, l’idea di stringere il più possibile la facciata, sviluppando la casa in lunghezza e in altezza.

Non bisogna dimenticare che lo sviluppo del Vietnam ha reso i centri urbani sede di attività commerciali. Ciò ha innalzato il valore delle vecchie abitazioni che si affacciano sulla strada. Per questo motivo, anche chi non aveva un esercizio commerciale ha finito per convertire il proprio piano terra in negozio, continuando a vivere con la propria famiglia ai piani superiori.

Chi invece aveva preferito vendere casa per trasferirsi in residenze più spaziose e moderne, ha lasciato spazi che via via si sono ristretti per accogliere un numero sempre maggiore di imprenditori che si riversavano in un’area già piena.

case-tubo a Hanoi

Family Matters

Ancora oggi le diverse generazioni di una stessa famiglia condividono lo stesso spazio. L’idea di costruire su più piani, sfruttando i progressi nelle tecniche di costruzione – che hanno permesso alle case di essere sempre più alte – ha così permesso che anche tutti i membri di una grande famiglia possano vivere insieme sotto lo stesso tetto. Questa soluzione si è rilevata efficace anche per garantire ad ogni famiglia una casa con un ingresso privato (di grande importanza nella cultura vietnamita), cosa non possibile con i classici appartamenti sviluppati orizzontalmente.

Come sono fatte dentro le case-tubo vietnamite

Una volta costruiti più piani, la famiglia condivide l’edificio con genitori, nonni e figli sposati – che occupano un piano ciascuno. Nonostante la suddivisione degli ambienti possa variare molto, tuttavia esiste uno schema generale che accomuna tutte le case-tubo.

Il piano terra funge da ingresso, dove talvolta vengono parcheggiati i tanti motorini e le biciclette. Nello stesso ambiente possono trovarsi un salotto e una cucina, mentre i piani superiori sono riservati alle camere da letto (talvolta una per piano se l’abitazione non è particolarmente profonda). La generazione più anziana della famiglia occupa gli ambienti più in basso, mentre a figli e nipoti tocca fare qualche piano in più per raggiungere la propria camera da letto. Uno dei piani al di sopra delle camere da letto può essere adibito a ripostiglio.

La stanza più in alto accoglie il tempio di famiglia dove si pregano gli antenati. Il rooftop, all’aperto o più spesso almeno parzialmente coperto, può comprendere la lavanderia, uno spazio per stendere i panni ad asciugare e una cisterna d’acqua.

case-tubo a Hanoi

Una disposizione di questo tipo può trasmettere un’idea di provvisorietà. In molti casi questa è la percezione che gli stessi abitanti hanno della propria casa in città. Fatta eccezione per le famiglie che hanno le proprie radici nei centri urbani in cui vivono, le persone provenienti da zone rurali considerano la città solo come un luogo temporaneo in cui lavorare. Per loro, le vere case sono quelle dei loro antenati in campagna, con i giardini, gli alberi e le connessioni familiari, ed è lì che tornano ogniqualvolta ne hanno l’opportunità.

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