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NON SOLTANTO ROSE E FIORI – Naturalmente sarebbe ingenuo ritenere che non vi siano criticità all’interno della relazione. L’abbattimento delle tariffe prodotto dalla firma dell’FTA, infatti, non è scontato determini un consistente aumento delle esportazioni vietnamite nel mercato europeo, in quanto le imprese del Vietnam potrebbero trovare difficoltà a rispettare i requisiti non tariffari richiesti, come gli elevati standard di qualità ai quali i prodotti devono conformarsi. Si calcola che meno del 40% degli standard esistenti in Vietnam riesca a raggiungere i livelli di quelli europei. I negoziati inoltre stanno incontrando alcune difficoltà su certi punti specifici, come gli incentivi e i privilegi di cui godono le imprese statali vietnamite rispetto alle concorrenti private. L’UE vorrebbe che gli operatori economici competessero sulla base di regole chiare e uguali per tutti, mentre, dall’altra parte, il Governo vietnamita punta sul settore statale per guidare il processo di industrializzazione del Paese. Un ulteriore argomento di frizione è quello dei diritti umani: sebbene l’UE riconosca al Vietnam i progressi enormi conseguiti nella riduzione della povertà, Bruxelles auspica anche un’evoluzione delle Istituzioni del Vietnam verso lo Stato di diritto. Nel 2013 il Parlamento europeo si è pronunciato per chiedere ad Hanoi di modificare la legge che restringe la libertà di espressione, adeguandola alle norme internazionali. Il dialogo sui diritti umani è parte integrante del PCA firmato nel 2012 tra le due parti e prevede incontri annuali per discutere sulla questione che include, tra l’altro, anche la riforma del sistema giudiziario, affinché esso raggiunga un sufficiente grado di indipendenza dal potere politico, e il miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri. Da parte vietnamita, invece, Hanoi auspicherebbe un ruolo di maggior peso dell’UE sulla questione del Mar Cinese Meridionale (Mar Orientale per i vietnamiti) – dove Cina, Vietnam e altri Paesi si contendono la sovranità su alcuni arcipelaghi – al fine di preservare la libertà di navigazione e il rispetto delle norme internazionali. Tuttavia l’Unione europea, a causa dei suoi limiti intrinseci e della buona relazione con la Cina, si limita a invitare le parti a risolvere le proprie dispute sulla base del diritto internazionale e a evitare azioni unilaterali.

PER CONCLUDERE – In conclusione, il rapporto tra Vietnam e UE sta seguendo un’evoluzione complessivamente positiva e ci sono tutti i segnali affinché, nei prossimi anni, le due parti stabiliscano legami più profondi e duraturi. Tuttavia, perché questo avvenga è necessario che alcune divergenze vengano appianate, e ciò non è scontato, in quanto toccano la natura stessa di UE e Vietnam. In ogni caso, la volontà a venirsi incontro e a comprendere le esigenze reciproche sembra non mancare e le prospettive future appaiono incoraggianti.

Matteo Stella

 Fonte:  “Il Caffè Geopolitico”, http://www.ilcaffegeopolitico.org/24114/vietnam-e-ue-una-relazione-in-rapido-sviluppo

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